Tra le spezie più famose del momento, la curcuma appartiene a un genere di piante Monocotiledoni, della famiglia Zingiberacee (la stessa dello zenzero). Ne esistono oltre 50 specie diverse, originarie dell'Asia tropicale e dell'Australia. Si tratta di erbe rizomatose (cioè provviste di rizoma, il fusto presente sotto terra, a qualche centimetro di profondit à, simile a una radice), con foglie ampie e di forma allungata e con fiori in spiga vivacemente colorati.

IL NOME

Il termine curcuma deriva dal sanscrito kunkuma, che a sua volta attraverso trae le sue radici dall'arabo kourkoum, che significa zafferano. Il nome comune inglese turmeric, invece, deriva dall'espressione latina terra merita, cioè terra meritevole.

LO ZAFFERANO DELLE INDIE

La specie più importante tra questa tipologia di erbe aromatiche è la Curcuma longa dell'India, che contiene la curcumina (una sostanza colorata gialla), un olio essenziale e una grande quantità di amido. L'India è il più importante produttore di curcuma, oltra a esserne il principale consumatore. La curcuma è parte integrante della cultura indiana: viene usata in cucina nella preparazione del curry - di cui è l'ingrediente principale - ma anche in molte pratiche religiose, oppure come cosmetico, tintura o come rimedio nella medicina tradizionale orientale. In alcune regioni dell'India, durante il rito della promessa matrimoniale si usa appendere una radice di curcuma al collo della futura sposa.

RADICE FRESCA O POLVERE?

La puoi acquistare sia sotto forma di radice sia in polvere. La radice fresca ha dei tempi di conservazione abbastanza brevi: perde, infatti, il suo aroma caratteristico molto rapidamente. Ti conviene conservarla in frigorifero in un contenitore o in un sacchetto ermetico e consumarla in pochi giorni. La polvere, ottenuta dalla radice essiccata e macinata, si consuma più a lungo ed è facile da dosare.

COME SI USA IN CUCINA

In cucina la curcuma si usa per insaporire le verdure, la carne e il pesce. È un valido sostituto economico dello zafferano: conferisce, infatti, un caratteristico color ocra ai piatti. Attenzione, però, perché il suo sapore è molto più delicato rispetto a quello della sua alternativa più pregiata. La puoi consumare anche con lo yogurt, negli infusi o nel latte, preparando il golden milk, la celebre bevanda ayurvedica.